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Visualizzazione dei post da maggio, 2008

VISUALIZZAZIONI BLOG

CONOSCENZA E REALTA'

Ritengo che questa tendenza si possa rovesciare solo se lo studio dei processi cognitivi assume una direzione più “realistica”, nel senso più ampio del termine. In primo luogo, gli psicologi cognitivisti devono compiere sforzi maggiori per comprendere l’attività cognitiva che si manifesta nell’ambiente ordinario e nel contesto di attività concrete. Questo non significa porre un termine agli esperimenti di laboratorio, bensì è un impegno a studiare le variabili ecologicamente importanti, anziché quelle facilmente manipolabili. In secondo luogo, sarà necessario dedicare maggiore attenzione ai particolari del mondo reale in cui vivono coloro che percepiscono e coloro che pensano, e alla delicata struttura di informazioni resa loro disponibile da quello stesso mondo. Forse abbiamo profuso troppi sforzi ad elaborare modelli ipotetici della mente, e non abbastanza all’analisi dell’ambiente che la mente, per la sua formazione, è predisposta ad incontrare. In terzo luogo, la psicologia d

LETTERA SULLA TOLLERANZA

La rettitudine dei costumi, nella quale consiste la parte certo non più piccola della religione e della pietà sincera, riguarda anche la vita civile, e coinvolge contemporaneamente la salvezza dell’anima e dello Stato; pertanto le azioni morali appartengono a entrambi i fini, quello esterno e quello interno, e sono sottoposte a entrambe le autorità, a quella del moderatore civile e a quella del moderatore privato, cioè del magistrato e della coscienza. Ogni mortale ha un’anima immortale, capace di beatitudine o di infelicità eterna, la cui salvezza dipende soltanto da questo, che l’uomo abbia fatto e creduto in questa vita le cose che è necessario che siano fatte e credute per conciliarsi il favore della divinità, e che sono prescritte da Dio. Di qui consegue 1) che l’uomo è obbligato, prima di tutto, a osservare queste cose, e che deve porre tutta la cura, attenzione e diligenza soprattutto nel cercare e nel fare queste cose… 2) Che, poiché un uomo, praticando un culto erroneo, non vi

SPIRITO POSITIVO

Considerata anzi tutto nella sua accezione più antica e più comune, la parola positivo designa il reale, in opposizione al chimerico: da questo punto di vista, essa conviene pienamente al nuovo spirito filosofico, così caratterizzato dalla sua costante consacrazione alle ricerche veramente accessibili alla nostra intelligenza, con l’esclusione permanente degli impenetrabili misteri di cui si occupava soprattutto la sua infanzia. In un secondo senso molto vicino al precedente, ma tuttavia distinto, questo termine fondamentale indica il contrasto dell’utile con l’inutile: allora ricorda, in filosofia, la destinazione necessaria di tutte le nostre sane speculazioni al miglioramento continuo della nostra vera condizione, individuale e collettiva, invece che ad una vana soddisfazione di una sterile curiosità. Secondo un terzo significato in uso, questa felice espressione è frequentemente usata per qualificare l’opposizione tra la certezza e l’indecisione: essa indica così l’attitudine carat

EPILOGO

Egregi spettatori, or non siate scontenti. Forse v’aspettavate che finisse altrimenti. Una leggenda d’oro avevamo inventata, ma poi, strada facendo, in male s’è cambiata. E sgomenti vediamo a sipario caduto Che qualunque problema è rimasto insoluto. Per di più, siete in diritto di dirci: «Volete che veniamo? Dovete divertirci!» Inutile inseguire pretesti e schermi vani: siam falliti se non battete le mani! Forse che la paura ha spento l’inventiva? Si è già visto altre volte. Ma un’altra via d’uscita neanche i vostri soldi han saputo ispirarla. Deve cambiare l’uomo? O il mondo va rifatto? Ci voglion altri Dei? O nessun Dio affatto? Siamo annientati, a terra, e non solo per burla! Né v’è modo d’uscir dalla distretta se non che voi pensiate sin da stasera stessa come a un’anima buona si può dare aiuto, perché alla fine il giusto non sia sempre battuto. Presto, pensate come ciò sia attuabile! Una fine migliore ci vuole, è indispensabile! B. Brecht L’anima buona del Sezuan

UNIVERSO CONCENTRAZIONARIO

Da tale premessa si ricava il carattere principale dell’universo concentrazionario, il quale non è una istituzione penale, creata per la punizione e repressione di delitti e crimini, ma piuttosto una struttura politica di sradicamento del tessuto sociale mediante lo strappo e la cancellazione dalla società di interi settori e gruppi. A ciò si perviene, in primo luogo, attraverso la deportazione in massa e l’internamento di intere minoranze etniche e, inoltre, mediante l’internamento di categorie produttive (ad esempio, i coltivatori in proprio) e professionali (ad esempio, ingegneri, avvocati, militari, medici). In secondo luogo, uno stato complessivo di sradicamento sociale deriva dal trattamento riservato nei campi ai prigionieri. È chiaro che le esecuzioni in massa – nelle camere a gas o per fucilazione o colpo alla nuca o nei forni crematori – cancellano di per sé centinaia di migliaia di persone, e che altre masse umane periscono nei campi per stenti, maltrattamenti, torture. Ma p

DIALETTICA DELL'ILLUMINISMO

L’illuminismo, nel senso più ampio di pensiero in continuo progresso, ha perseguito da sempre l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni. Ma la terra interamente illuminata splende all’insegna di trionfale sventura. Il programma dell’illuminismo era di liberare il mondo dalla magia. Esso si proponeva di dissolvere i miti e rovesciare l’immaginazione con la scienza. Bacone , «il padre della filosofia sperimentale», ha già raccolto i vari motivi. Benché alieno dalla matematica, Bacone ha saputo cogliere esattamente l’animus della scienza successiva. Il felice connubio, a cui egli pensa, fra l’intelletto umano e la natura delle cose, è di tipo patriarcale: l’intelletto che vince la superstizione deve comandare alla natura disincantata. Il sapere, che è potere, non conosce limiti, né nell’asservimento delle creature, né nella sua docile acquiescenza ai signori del mondo. Esso è a disposizione, come tutti gli scopi dell’economia borghese, nella fabbrica e sul campo d

PRE-VISIONE: PER BREVITA' CHIAMATO "ARTISTA"

http://www.francescodegregori.net/

PROGNOSI

Mentre la profezia trascende l’orizzonte dell’esperienza calcolabile, la prognosi sa di essere legata alla situazione politica. Lo è al punto che fare la prognosi significa già cambiare la situazione. La prognosi è un momento consapevole di azione politica. Fa riferimento a eventi nuovi, di cui favorisce la nascita. Il tempo scaturisce quindi dalla prognosi in modo imprevedibilmente prevedibile. La prognosi produce il tempo a partire dal quale ed entro il quale essa disegna se stessa, mentre la profezia apocalittica annulla il tempo, perché vive esattamente della sua fine. Visti nell’orizzonte della profezia, gli eventi sono solo simboli di ciò che è già saputo. Un profeta deluso non deve cessare di credere nelle sue predizioni. Data la loro variabile natura, esse possono essere sempre rinviate. Di più ogni attesa delusa aumenta la certezza del compimento a venire. Invece una prognosi fallita non può essere ripetuta neanche come errore, poiché resta vincolata alle sue premesse iniziali

LA GAIA SCIENZA

L’uomo folle . Avete sentito di quell’uomo folle che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: «Cerco Dio! Cerco Dio!»? – E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. «Si è forse perduto?» disse uno. «Si è smarrito come un bambino?» fece un altro. «Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?» gridavano e ridevano in una gran confusione. L’uomo folle balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: «Dove se n’è andato Dio?» gridò «ve lo voglio dire l’abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dette la spugna per strofinare via l’intero orizzonte? Che mai facemmo per sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare?

ILLUSIONI DELLA COSCIENZA

Questo forse non è ancora la cosa più forte che hanno in comune; la loro parentela sotterranea procede più lontano; tutti e tre iniziano col sospetto sulle illusioni della coscienza e continuano con l’astuzia della decifrazione, e, infine, anziché essere dei detrattori della «coscienza», mirano ad una sua estensione. Ciò che Marx vuole liberare è la praxis mediante la conoscenza della necessità; ma questa liberazione è inseparabile da una «presa di coscienza» che replichi vittoriosamente alle mistificazioni della falsa coscienza. Ciò che Nietzsche vuole è l’aumento della potenza dell’uomo, la restaurazione della sua forza; ma quello che vuole dire Volontà di potenza deve essere recuperato dalla meditazione delle cifre del «superuomo», dell’«eterno ritorno» e di «Dioniso», senza di che quella potenza sarebbe solo la violenza del di qua. Ciò che Freud vuole è che l’analizzato, appropriandosi del senso che gli era estraneo, allarghi il proprio campo di coscienza, viva in migliori condiz

NON COMMETTERE INGIUSTIZIA O EMPIETA'

Non c’è uomo che possa salvarsi quando si opponga sinceramente non dico a voi ma ad una qualunque altra moltitudine, e cerchi di impedire che troppe volte nella città si commettano ingiustizie e si trasgredisca la legge; e anzi è necessario che chi davvero combatte in difesa del giusto, se voglia scampare dalla morte anche per breve tempo, viva da privato e non eserciti pubblici uffici. E di questo che dico posso recarvi io medesimo grandi prove; e non parole, ma ciò che voi apprezzate di più, fatti. Ascoltate dunque quello che è capitato a me; e vedrete che di fronte al giusto io non sono uomo da cedere per paura della morte a nessuno; e che, pur di non cedere sono pronto anche a morire. E vi parlerò un po’ grossolanamente, come alcuni che praticano tribunali, ma con verità. Voi sapete, o Ateniesi, che io non ho mai esercitato nella città nostra nessun’altra magistratura se non una volta che feci parte del Consiglio; e si dette la combinazione che proprio il giorno in cui volevate giu

SPIRALI

FEYERABEND

La metodologia dei programmi di ricerca fornisce standard che aiutano lo scienziato a valutare la situazione storica nella quale egli prende le sue decisioni; essa non contiene regole che gli dicano che cosa fare. La metodologia dei programmi di ricerca differisce radicalmente dall’induttivismo, dal falsificazionismo e da altre filosofie ancor più paternalistiche. L’induttivismo richiede l’abolizione delle teorie prive di un sostegno empirico. Il falsificazionismo chiede l’abolizione di teorie che non abbiano un contenuto empirico in eccesso rispetto alle teorie anteriori. Tutti chiedono che le teorie incoerenti, o le teorie dotate di un basso contenuto empirico, vengano abolite. La metodologia dei programmi di ricerca né contiene tali richieste né può contenerle, come abbiamo visto. La sua base logica e gli argomenti che stabilivano il bisogno di standard più liberali rendono impossibile specificare condizioni in cui un programma di ricerca deve essere abbandonato, o le circostanze ne

EMMANUEL MOUNIER

3 gennaio 1934 L’angoscia, talvolta, si serve di noi: te l’ho detto. Ci sono dei momenti in cui anche i santi, improvvisamente, dubitano di tutto: del loro amore e di Dio. Nessuna luce ci può essere data senza questa notte. Il Cristo ha sperimentato in una sola notte di angosce e di dubbi («Padre, Padre perché mi hai abbandonato?») tutte le nostre notti oscure. Non si è veramente grandi…fino a quando la vita non ci mette alla prova rifiutandoci nettamente, senza appello, qualcosa cui si aspira con tutto il proprio essere. [a Paulette Leclercq] 24 aprile 1934 Questa stupida cosa con cui ci si scontra sempre: non poter amare abbastanza da ottenere il miracolo. [a Paulette Leclercq] Emmanuel Mounier Lettere sul dolore