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Visualizzazione dei post da novembre, 2008

VISUALIZZAZIONI BLOG

RIFARE LA FILOSOFIA

Ciò nonostante, venne il tempo in cui il sapere pratico accumulato fu tale da scontrarsi non solo con aspetti specifici ma anche con lo spirito ed il carattere delle credenze tradizionali e immaginarie. Senza entrare nella controversia sul come ed il perché, è indubbio che è quanto accadde in Grecia con il movimento dei sofisti, all’interno del quale ha avuto origine la filosofia nel senso che il mondo occidentale dà a questo termine. La loro cattiva fama, diffusa da Platone e Aristotele e di cui non riuscirono più a liberarsi, dimostra la centralità del conflitto che sconvolse il sistema tradizionale delle credenze religiose e il codice di comportamento morale che vi era legato. Socrate era sinceramente interessato a riconciliare le due parti, non c’è dubbio, ma è bastato che affrontasse la questione dal versante del metodo pratico e ne riconoscesse la supremazia dei canoni e dei criteri, perché venisse condannato a morte per spregio degli dei e per corruzione della gioventù. La mort

GRAMMATICA DEL VEDERE

Una scienza della percezione può aver inizio soltanto nel momento in cui si chiede perché e come l’ambiente nel quale viviamo si articola per noi in oggetti distinti l’uno dall’altro, e perché esso si articola proprio in quegli oggetti, i quali possiedono proprio quelle date caratteristiche di forma, di colore, di grandezza, di odore, di durezza, che sono posti ad una certa distanza da noi, che si muovono a varie velocità o stanno completamente immobili, e così via. Per il senso comune è veramente difficile rendersi conto che simili domande possano sensatamente venir poste; infatti la risposta ovvia sembra essere: «il mondo è fatto di tanti oggetti e cose, noi apriamo gli occhi e ce li troviamo lì fuori davanti a noi, con tutte le loro proprietà (a patto naturalmente che siano illuminanti e che non siano troppo lontani da noi)». Si tratterà semmai di capire il funzionamento esatto degli organi di senso che di volta in volta registrano tale realtà esterna, di determinare il loro grado d

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INTRODUZIONE ALL'ESTETICA

Schiller intende l’educazione dell’uomo al suo essere-uomo, l’educazione a ciò che costituisce la realtà effettiva dell’uomo. E che cos’è la realtà effettiva dell’uomo? L’uomo deve uscire fuori dalla natura! La mano della natura lo abbandona; affar suo è affermare l’umanità. In che cosa fa ingresso l’uomo, allorché fuoriesce dalla natura? Che cosa significa fuoriuscire dalla natura? Che cosa significa, qui, la natura dell’uomo? Nella realtà effettiva, lo «stato di natura» dell’uomo non si dà mai! Lo si intende in senso animale, l’uomo in quanto animal. Se l’uomo perviene a se stesso laddove l’essere diventa affar suo, allora lo si chiama animal rationale. Kant si esprime in questi termini: «passare dall’animalità all’umanità». In che cosa fa ingresso l’uomo, allorché fuoriesce dalla natura? Che cos’altro c’è, ancora, oltre la natura? Si tratta dell’ingresso nella storia! Dov’è la storia, posto che l’uomo, uscendo dalla natura, entri in essa? La storia diviene attraverso l’uomo medes

UNA PAROLA

Una parola, una frase: dalle cifre emergono Vita conosciuta, senso improvviso, il sole è immoto, le sfere tacciono e tutto s’addenza verso di essa. Una parola – un fulgore, un volo, un fuoco, una fiammata, uno striscio di stelle -, e di nuovo buio, immenso, nel vuoto spazio intorno al mondo e a me. G. Benn

LA PAROLA

La parola Meraviglia di lontano o sogno Io portai al lembo estremo della mia terra E attesi fino a che la grigia norma Il nome trovò nella sua fonte- Meraviglia o sogno potei allora afferrare consistente e forte Ed ora fiorisce e splende per tutta la marca … Un giorno giunsi colà dopo un viaggio felice Con un gioiello ricco e fine Ella cercò a lungo e [alfine] mi annunciò: «Qui nulle d’eguale dorme sul fondo» Al che esso sfuggì alla mia mano E mai più la mia terra ebbe il tesoro … Così io appresi triste la rinuncia Nessuna cosa è (sia) dove la parola manca. Stefan George