La metodologia dei programmi di ricerca fornisce standard che aiutano lo scienziato a valutare la situazione storica nella quale egli prende le sue decisioni; essa non contiene regole che gli dicano che cosa fare. La metodologia dei programmi di ricerca differisce radicalmente dall’induttivismo, dal falsificazionismo e da altre filosofie ancor più paternalistiche. L’induttivismo richiede l’abolizione delle teorie prive di un sostegno empirico. Il falsificazionismo chiede l’abolizione di teorie che non abbiano un contenuto empirico in eccesso rispetto alle teorie anteriori. Tutti chiedono che le teorie incoerenti, o le teorie dotate di un basso contenuto empirico, vengano abolite. La metodologia dei programmi di ricerca né contiene tali richieste né può contenerle, come abbiamo visto. La sua base logica e gli argomenti che stabilivano il bisogno di standard più liberali rendono impossibile specificare condizioni in cui un programma di ricerca deve essere abbandonato, o le circostanze nelle quali diventa irrazionale continuare a sostenerlo. Qualsiasi scelta dello scienziato è razionale, essendo compatibile con gli standard. La “ragione” non influisce più sulle azioni degli scienziati.
Mi sia consentito di ripetere i passi che mi hanno condotto a questo sorprendente risultato. Il primo passo è la definizione della ragione (la ”teoria della razionalità”) che è accettata da Lakatos. Essa è contenuta nei suoi standard per la valutazione comparativa di programmi di ricerca. Il secondo passo è l’osservazione che gli standard, considerati a sé, non hanno alcuna forza euristica. La ragione, qual è definita da Lakatos, non guida direttamente le azioni dello scienziato. Data questa ragione e nient’altro, “tutto funziona”. Ne segue che non esiste alcuna differenza descrivibile “razionalmente” fra Lakatos e me, sempre prendendo gli standard di Lakatos come misura di ragione.
P. K. Feyerabend Contro il metodo
Mi sia consentito di ripetere i passi che mi hanno condotto a questo sorprendente risultato. Il primo passo è la definizione della ragione (la ”teoria della razionalità”) che è accettata da Lakatos. Essa è contenuta nei suoi standard per la valutazione comparativa di programmi di ricerca. Il secondo passo è l’osservazione che gli standard, considerati a sé, non hanno alcuna forza euristica. La ragione, qual è definita da Lakatos, non guida direttamente le azioni dello scienziato. Data questa ragione e nient’altro, “tutto funziona”. Ne segue che non esiste alcuna differenza descrivibile “razionalmente” fra Lakatos e me, sempre prendendo gli standard di Lakatos come misura di ragione.
P. K. Feyerabend Contro il metodo
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