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Visualizzazione dei post da settembre, 2008

VISUALIZZAZIONI BLOG

PERCHE' TI AMO

Perchè ti amo, di notte son venuto da te così impetuoso e titubante e tu non mi potrai più dimenticare l'anima tua son venuto a rubare. Ora lei è mia - del tutto mi appartiene nel male e nel bene, dal mio impetuoso e ardito amare nessun angelo ti potrà salvare. Herman Hesse

MACCHIA DI SANGUE SUL PAVIMENTO DELLA BIBLIOTECA

Il giorno seguente il fantasma si sentì molto debole e stanco. La tremenda eccitazione di quelle ultime quattro settimane cominciava a produrre i suoi effetti. Aveva i nervi terribilmente scossi e trasaliva ad ogni minimo rumore. Si barricò in camera sua per cinque giorni consecutivi e alla fine decise di rinunciare al puntiglio della macchia di sangue sul pavimento della biblioteca. Dopo tutto, se la famiglia Otis non ne voleva sapere, era segno che non se la meritava. Si trattava chiaramente di individui appartenenti a un piano di esistenza basso e materialistico, del tutto incapaci di apprezzare il valore simbolico dei fenomeni sensibili. La questione delle apparizioni spettrali e lo sviluppo dei corpi astrali era, si capisce, una faccenda completamente diversa che sfuggiva al suo controllo. Era suo preciso dovere apparire nel corridoio una volta alla settimana e borbottare parole sconnesse presso il grande finestrone a sporto il primo e il terzo mercoledì di ogni mese, e non ved

UNA PICCOLA SPERANZA PER GLI SPECIALIZZANDI DELLA SSIS IX CICLO....

Ho letto che ci sono delle novità positive riguardo gli specializzandi della SSIS del IX ciclo. Continuiamo ad essere penalizzati rispetto agli specializzandi degli anni passati, ma mi sembra di capire che ci metteranno in graduatoria.

I DEMONI

Da parte di Stavrogin. Io, Nicolàj Stavrogin, ufficiale in congedo, vivevo nel 186… a Pietroburgo, dedito agli stravizi, nei quali non trovavo alcun piacere. Ebbi allora per un certo tempo tre alloggi. In uno abitavo regolarmente; avevo delle stanze ammobiliate con pensione e servizio e nella stessa casa abitava allora anche Mar’ja Lebjàdkina, ora mia legittima moglie. Gli altri due alloggi li avevo presi in affitto a mesata per le mie scappate: in uno ricevevo una signora mia amante, e nell’altro la sua cameriera, e per qualche tempo accarezzai l’idea di far incontrare in casa mia la padrona e la ragazza. Conoscendo i caratteri di tutte e due, mi ripromettevo da questo scherzo un grande spasso. Dostoevskij I Demoni

LA VERITA' DI DOSTOEVSKIJ

Perché una volta che hai conosciuto la verità e l’hai veduta, sai bene che quella è la verità e che un’altra non c’è, né ci può essere, sia che si dorma o si è svegli. Dostoevskij Sogno di un uomo ridicolo

LE VIE DELLA RICERCA

Orbene ti dirò e tu ascolta attentamente le mie parole, quali vie di ricerca sono le sole pensabili: l’una {che dice} che è e che non è possibile che non sia, è il sentiero della Persuasione (giacché questa tien dietro alla Verità); l’altra {che dice} che non è e che non è possibile che sia, questa io ti dichiaro che è un sentiero del tutto in indagabile: perché il non essere né lo puoi pensare (non è infatti possibile), né lo puoi esprimere. Parmenide DK 28 B 2

LA NUOVA IDEA DI PROGRESSO

Non è che da principio gli dei abbiano rivelato tutte le cose ai mortali, ma col tempo essi cercando ritrovano il meglio. Senofane DK 21 B 18

MEMORIE DI UN PAZZO

Quanto ho sognato , allora. Ed ero soltanto un povero pazzo, senza un ideale, senza stabili opinioni. Seguivo il fluire dell’acqua fra le macchie d’alberi, le loro fronde vi si rispecchiavano, lasciandovi talvolta cadere un fiore; contemplavo a sera, dal mio letto, la luna lucente sul suo sfondo azzurro illuminare la stanza segnando strane forme sui muri; mi estasiavo per un giorno di sole o per un mattino di primavera, con la sua nebbia leggera tra gli alberi in fiore, le margherite appena sbocciate tra i campi. Amavo – uno tra i ricordi più teneri e dolci – amavo anche scrutare verso il mare, le onde spumeggiare una sull’altra, il flutto frangersi, dilagar sulla rena, per poi ritirarsi ciangottando, fra ciottoli e conchiglie. Correvo sugli scogli, prendevo a piene mani la sabbia fine dell’oceano, e la lasciavo poi filtrare tra le dita, disperdersi al vento; o ributtavo in acqua le alghe verdi e viscide, e a pieni polmoni aspiravo il sapore salmastro e fresco del mare, che penetra pro

VANGELI APOCRIFI

Il Maestro disse a Giuseppe: “Prima gli insegnerò le lettere greche e successivamente quelle ebraiche”. Questo maestro infatti era ben al corrente della sapienza del Bambino e aveva paura di lui. Il maestro allora incominciò a fargli lezione con modi autoritari, dicendogli: “Di’ alfa, ma Gesù gli rispose:”Dimmi tu piuttosto prima che cosa è alfa”. Il maestro, adirato, picchiò Gesù, ma non appena ebbe levato la mano su di lui giacque morto.

KARL MARX

K. Marx

IL MASSIMO ORGIASMO MUSICALE

La tragedia assorbe in sé il massimo orgiasmo musicale, tanto da condurre direttamente, presso i greci come presso di noi, la musica al suo compimento; poi però le pone accanto il mito e l’eroe tragico, che allora, simile al poderoso Titano, prende sulle spalle l’intero mondo dionisiaco, liberandone noi: mentre d’altra parte attraverso lo stesso mito tragico essa è in grado di liberare, nella persona dell’eroe tragico, dall’avida spinta verso quell’esistenza, e richiama con mano ammonitrice ad un altro essere e a una gioia superiore, alla quale l’eroe combattente, pieno di presagi, si prepara col suo soccombere, non con le sue vittorie. La tragedia pone tra il valore universale della sua musica e l’ascoltatore dionisiacamente recettivo una sublime allegoria, il mito, e suscita nell’ascoltatore l’illusione che la musica sia soltanto un supremo mezzo di rappresentazione per ravvivare il mondo plastico del mito. Confidando in questo nobile inganno, essa può ora muovere le sue membra ne

PROMETEO INCATENATO

Tragedia attribuita ad Eschilo (525/4 a. C. – 456/5 a. C.). Tratta un episodio del mito di Prometeo, il Titano figlio di Giápeto, che ruba il fuoco a Zeus per aiutare gli uomini e viene per questo punito dal re degli dei, che lo fa incatenare su una desolata rupe situata ai confini del mondo. Il tempo mitologico della vicenda si situa subito dopo l’avvento di Zeus al potere, ancora insidiato da molti avversari che egli doma a fatica e punisce con spietatezza. Il prologo ci fa assistere all’incatenamento di Prometeo a opera di Efesto e Kratos (Forza): all’operazione assiste, senza parlare, anche un’altra entità divina, cioè Bia (Violenza). Efesto sente pietà per Prometeo, ma è aspramente rimproverato da Kratos che gli ricorda gli ordini di Zeus. Prometeo parla soltanto quando i suoi aguzzini si sono ritirati, e il suo è un lungo lamento sulle sue sofferenze che non avranno fine e che egli sente ingiuste in quanto punizione della sua opera di misericordia verso gli uomini infelici. A