Brentano afferma che il concetto del bene è sì ricavato per astrazione da un’esperienza; ma, egli aggiunge, si tratta dell’esperienza (della coscienza, che è autocoscienza) di un nostro sentire. Il che significa – ecco la novità, rispetto a quanto già sappiamo – che l’esperienza non è diretta esperienza di un preteso contenuto obiettivo consistente nella qualità “bene”. Un tal tipo si esperienza coglierebbe solo un bene singolo, l’esser buono di qualcosa in particolare, e non sarebbe possibile dire, su questa base, che tutto un certo tipo di atti è buono. L’esperienza, invece, è esperienza del sentimento di ciò che è buono; ora, questo sentimento si riferisce ad un concetto (che coglie l’universale), esso è relativo ad un determinato tipo di attività (e non solo ad una singola attività, anche se noi cogliamo inizialmente solo individui, ed i concetti li formiamo per astrazione). Il sentimento del bene, quindi, è un sentimento che coglie in un singolo atto la bontà di tutto un tipo di