Una scienza della percezione può aver inizio soltanto nel momento in cui si chiede perché e come l’ambiente nel quale viviamo si articola per noi in oggetti distinti l’uno dall’altro, e perché esso si articola proprio in quegli oggetti, i quali possiedono proprio quelle date caratteristiche di forma, di colore, di grandezza, di odore, di durezza, che sono posti ad una certa distanza da noi, che si muovono a varie velocità o stanno completamente immobili, e così via. Per il senso comune è veramente difficile rendersi conto che simili domande possano sensatamente venir poste; infatti la risposta ovvia sembra essere: «il mondo è fatto di tanti oggetti e cose, noi apriamo gli occhi e ce li troviamo lì fuori davanti a noi, con tutte le loro proprietà (a patto naturalmente che siano illuminanti e che non siano troppo lontani da noi)». Si tratterà semmai di capire il funzionamento esatto degli organi di senso che di volta in volta registrano tale realtà esterna, di determinare il loro grado di precisione e di sensibilità, la loro rapidità di reazione e così via.
G. Kanizsa Grammatica del vedere
Commenti