Passa ai contenuti principali

VISUALIZZAZIONI BLOG

RIFARE LA FILOSOFIA


Ciò nonostante, venne il tempo in cui il sapere pratico accumulato fu tale da scontrarsi non solo con aspetti specifici ma anche con lo spirito ed il carattere delle credenze tradizionali e immaginarie. Senza entrare nella controversia sul come ed il perché, è indubbio che è quanto accadde in Grecia con il movimento dei sofisti, all’interno del quale ha avuto origine la filosofia nel senso che il mondo occidentale dà a questo termine. La loro cattiva fama, diffusa da Platone e Aristotele e di cui non riuscirono più a liberarsi, dimostra la centralità del conflitto che sconvolse il sistema tradizionale delle credenze religiose e il codice di comportamento morale che vi era legato. Socrate era sinceramente interessato a riconciliare le due parti, non c’è dubbio, ma è bastato che affrontasse la questione dal versante del metodo pratico e ne riconoscesse la supremazia dei canoni e dei criteri, perché venisse condannato a morte per spregio degli dei e per corruzione della gioventù. La morte di Socrate e la pessima reputazione dei sofisti fanno intuire alcuni contrasti clamorosi tra la credenza tradizionale ed emotiva da un lato e la conoscenza prosaica e pratica dal’altro: le paragono per evidenziare che mentre tutti i vantaggi di ciò che chiamiamo scienza erano dalla parte della seconda, i vantaggi della stima e dell’autorità sociale e del contatto intimo con quanto dà alla vita i suoi valori più profondi erano dalla parte della prima. All’apparenza, la conoscenza specifica e verificata dell’ambiente aveva soltanto un ambito limitato e tecnico. Era legata alle arti e l’obiettivo e i beni dell’artigiano non erano molto elevati, bensì subordinati e quasi servili.
J. Dewey Rifare la filosofia

Commenti

Post popolari in questo blog

NIETZSCHE: "ECCE HOMO"

Indipendentemente dal fatto che sono un décadent sono anche il suo contrario. Prova ne è, tra l'altro che contro le condizioni spiacevoli ho sempre scelto, istintivamente, gli strumenti adatti: mentre il decadént in sé sceglie sempre gli strumenti che lo danneggiano. Come summa summarum ero sano; ma nel dettaglio nella peculiarità ero décadent . Quell'energia per conquistare un assoluto isolamento e distacco dalle condizioni abituali, la violenza con la quale mi sono imposto di non lasciarmi più curare, servire, coccolare dai medici – tutto questo tradisce l'assoluta sicurezza dell'istinto per quanto riguarda ciò, di cui allora, avevo soprattutto bisogno. Mi presi in mano, mi guarii io stesso: la condizione per questo – ogni fisiologo lo ammetterà – è che si sia fondamentalmente sani. Un essere fondamentalmente morboso non può guarire,   tanto meno guarirsi; per uno tipicamente sano, al contrario la malattia può essere addirittura un energico sti...

Josè Saramago: "L'ira dei miti" da "L'uomo duplicato

La denuncia che abbiamo appena fatto dell’assenza della lacrima nella teoria della medicina umorale non significa che i miti, per natura più sensibili, e dunque più propensi a tale manifestazione liquida dei sentimenti, girino tutto il santo giorno con il fazzoletto in mano soffiandosi il naso e asciugandosi ogni minuto gli occhi pesti per il pianto. Significa, piuttosto, che una persona, uomo o donna che sia, potrà benissimo macerarsi nel proprio intimo per effetto della solitudine, dell’abbandono, della timidezza, di quello che i dizionari descrivono come uno stato affettivo scatenato nei rapporti sociali e con manifestazioni volitive, posturali e neurovegetative e, nonostante ciò, a volte addirittura per via di una semplice parola, per un nonnulla, per un gesto ben intenzionato ma di eccessiva protezione, come quello che è sfuggito poco fa al professore di Matematica, ecco che all’improvviso il pacifico, il docile, il sottomesso scompaiono dalla scena e al loro posto, sconcertante e...

CANTO DEL GALLO DEL POSITIVISMO

Storia di un errore 1. Il modo vero, attingibile dal saggio, dal pio, dal virtuoso, - egli vive in esso, lui stesso è questo mondo. (La forma più antica dell’idea, relativamente intelligente, semplice, persuasiva. Trascrizione della tesi “Io, Platone, sono , la verità”). 2. Il mondo vero, per il momento inattingibile, ma promesso al saggio, al pio, al virtuoso (“al peccatore che fa penitenza”). (Progresso dell’idea: essa diventa più sottile, più capziosa, più inafferrabile – diventa donna, si cristallizza..). 3. Il mondo vero, inattingibile, indimostrabile, impromettibile, ma già in quanto pensato una consolazione, un obbligo, un imperativo. (In fondo l’antico sole, ma attraverso nebbia e scetticismo; l’idea sublimata,pallida, nordica, königsbergica). 4. Il mondo vero – inattingibile? Comunque non raggiunto. E in quanto non raggiunto, anche sconosciuto. Di conseguenza neppure consolante, salvifico, vincolante: a che ci potrebbe vincolare qualcosa di sconosciuto?... (Grigio mattino. Pri...