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La Telepatia nella Filosofia: Un Dialogo Silenzioso e la Voce di Derrida

telepatia


La telepatia, intesa come la capacità di trasmettere pensieri e sensazioni senza l'ausilio dei canali sensoriali conosciuti, è un concetto che da sempre affascina l'immaginario collettivo. Sebbene sia spesso relegata ai confini della parapsicologia o della narrativa fantastica, la filosofia, nel corso dei secoli, ha toccato questo tema in maniera obliqua, tra le righe, senza mai affrontarlo direttamente come oggetto di indagine primario. Le sue riflessioni sulla natura della mente, la coscienza, la comunicazione e il rapporto tra l'individuo e il mondo hanno però innescato, indirettamente, interrogativi che sfiorano l'essenza stessa di una possibile interconnessione non fisica. Solo con Jacques Derrida il concetto di telepatia emerge con una centralità esplicita, non come fenomeno reale da studiare, ma come potente modello teorico per decostruire le illusioni di presenza e immediatezza nella comunicazione. Questo articolo esplora come il pensiero filosofico si sia avvicinato a questa affascinante idea, dai sussurri indiretti ai concetti ontologici, fino all'analisi decostruttiva di Derrida.


Il disvelamento dell'essere in Heidegger

Heidegger, quando parla del "disvelarsi dell'essere" (das Walten des Seins) nella mente dei poeti-filosofi, non si sta riferendo alla telepatia. La sua filosofia è profondamente radicata nell'ontologia, ovvero lo studio dell'essere, e non ha a che fare con fenomeni paranormali o con la comunicazione tra menti.

Per Heidegger, il disvelamento è un processo attraverso il quale l'Essere si manifesta, o si rivela. Questo non è un atto di "comunicazione" tra individui, ma una sorta di "evento" (Ereignis) in cui l'Essere si svela a un'epoca, a una cultura o a un pensatore. Il poeta e il filosofo sono considerati figure privilegiate perché hanno la capacità di ascoltare e di dare voce a questo disvelamento. Il linguaggio, in particolare quello poetico, è per Heidegger la "casa dell'essere", il mezzo attraverso il quale l'essere stesso viene alla luce.

La telepatia, al contrario, implica una trasmissione di pensieri tra due menti separate. La filosofia di Heidegger si concentra su un rapporto tra l'Essere e l'uomo. Il disvelamento non è un'interazione tra soggetti, ma un'esperienza esistenziale e ontologica.


Telepatia e filosofia: un'esplorazione indiretta

Il concetto di telepatia, inteso come comunicazione diretta tra menti senza l'uso dei sensi, non è un argomento della filosofia tradizionale. Tuttavia, le riflessioni di alcuni pensatori su concetti correlati — come la natura della mente e la coscienza — possono essere lette in modo da suggerire una forma di connessione non fisica tra gli individui.

  • Arthur Schopenhauer, con la sua idea di "Volontà" come forza metafisica universale, suggerisce un'unità fondamentale al di là della separazione apparente tra gli individui.

  • Henri Bergson e il suo concetto di "slancio vitale" (élan vital), pur non parlando di telepatia, mettono in discussione una visione puramente materialistica della vita, aprendo a una possibile comunicazione che superi la fisicità.

  • Carl Jung, con la sua teoria dell'inconscio collettivo e degli archetipi, ha descritto un serbatoio di esperienze e immagini comuni a tutta l'umanità, un modello che potrebbe spiegare una forma di "connessione" mentale profonda e inconscia.


Derrida: la telepatia come modello teorico

L'unico filosofo che ha affrontato la telepatia in modo diretto è stato Jacques Derrida. Per lui, la telepatia non è un fenomeno reale, ma un potente modello teorico che serve a illustrare il desiderio illusorio di una comunicazione immediata, senza le mediazioni della scrittura, dello spazio e del tempo. La telepatia, nel pensiero derridiano, è una metafora per il sogno impossibile di una presenza assoluta. .


Bibliografia

  • Heidegger, Martin. Essere e tempo (Sein und Zeit, 1927).

  • Derrida, Jacques. La carte postale: De Socrate à Freud et au-delà (1980) e Télépathie (1998).

  • Schopenhauer, Arthur. Il mondo come volontà e rappresentazione (Die Welt als Wille und Vorstellung, 1818).

  • Bergson, Henri. L'evoluzione creatrice (L'évolution créatrice, 1907).

  • Jung, Carl Gustav. L'inconscio collettivo e gli archetipi (1959).

  • Royle, Nicholas. Telepathy and Literature: Essays on the Reading Mind (1991).

  • Miller, J. Hillis. Derrida's Destinerrance (2017).


English Translation

Telepathy in Philosophy: A Silent Dialogue and the Voice of Derrida

Telepathy, understood as the ability to transmit thoughts and sensations without the use of known sensory channels, is a concept that has always fascinated the collective imagination. Although it's often confined to the realms of parapsychology or fantasy, philosophy, over the centuries, has touched on this theme obliquely, between the lines, without ever directly addressing it as a primary object of investigation. However, its reflections on the nature of the mind, consciousness, communication, and the relationship between the individual and the world have indirectly raised questions that touch upon the very essence of a possible non-physical interconnection. Only with Jacques Derrida did the concept of telepathy emerge with explicit centrality, not as a real phenomenon to be studied, but as a powerful theoretical model for deconstructing the illusions of presence and immediacy in communication. This article explores how philosophical thought has approached this fascinating idea, from indirect whispers and ontological concepts, to Derrida's deconstructive analysis.


The Unveiling of Being in Heidegger

Heidegger, when he speaks of the "unveiling of being" (das Walten des Seins) in the minds of poet-philosophers, is not referring to telepathy. His philosophy is deeply rooted in ontology, the study of being, and has nothing to do with paranormal phenomena or communication between minds.

For Heidegger, the unveiling is a process through which Being manifests, or reveals, itself. This is not an act of "communication" between individuals, but a kind of "event" (Ereignis) in which Being unveils itself to an era, a culture, or a thinker. The poet and the philosopher are considered privileged figures because they have the capacity to listen and give voice to this unveiling. Language, especially poetic language, is for Heidegger the "house of being," the medium through which being itself comes to light.

Telepathy, in contrast, implies a transmission of thoughts between two separate minds. Heidegger's philosophy focuses on a relationship between Being and humanity. The unveiling is not an interaction between subjects but an existential and ontological experience.


Telepathy and Philosophy: An Indirect Exploration

The concept of telepathy, understood as direct communication between minds without the use of senses, is not a topic of traditional philosophy. However, the reflections of some thinkers on related concepts—such as the nature of the mind and consciousness—can be read to suggest a form of non-physical connection between individuals.

  • Arthur Schopenhauer, with his idea of "Will" as a universal metaphysical force, suggests a fundamental unity beyond the apparent separation between individuals.

  • Henri Bergson and his concept of "creative evolution" (élan vital), while not talking about telepathy, question a purely materialistic view of life, opening the door to a possible communication that transcends the physical.

  • Carl Jung, with his theory of the collective unconscious and archetypes, described a reservoir of experiences and images common to all humanity, a model that could explain a form of deep, unconscious mental "connection."


Derrida: Telepathy as a Theoretical Model

The only philosopher who directly addressed telepathy was Jacques Derrida. For him, telepathy is not a real phenomenon, but a powerful theoretical model that serves to illustrate the illusory desire for immediate communication, without the mediations of writing, space, and time. Telepathy, in Derridian thought, is a metaphor for the impossible dream of an absolute presence.


Bibliography

  • Heidegger, Martin. Being and Time (Sein und Zeit, 1927).

  • Derrida, Jacques. The Post Card: From Socrates to Freud and Beyond (1980) and Télépathie (1998).

  • Schopenhauer, Arthur. The World as Will and Representation (Die Welt als Wille und Vorstellung, 1818).

  • Bergson, Henri. Creative Evolution (L'évolution créatrice, 1907).

  • Jung, Carl Gustav. The Archetypes and the Collective Unconscious (1959).

  • Royle, Nicholas. Telepathy and Literature: Essays on the Reading Mind (1991).

  • Miller, J. Hillis. Derrida's Destinerrance (2017).

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