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MICHEL FOUCAULT, LE PAROLE E LE COSE


Che articolazione c'è fra Le parole e le cose e la Storia della follia?

La Storia della follia era a grandi linee la storia della divisione, la storia soprattutto di una certa frattura che ogni società è obbligata a istituire. Invece, in questo libro ho voluto fare la storia dell’ordine, dire in che modo una società riflette la somiglianza delle cose fra loro e la maniera in cui le differenze fra le cose possono essere controllate, possono organizzarsi in reti, disegnarsi secondo schemi razionali. La Storia della follia è la storia della differenza, Le parole e le cose la storia della somiglianza, del medesimo, dell’identità.
Nel sottotitolo che ha dato al libro si ritrova la parola “archeologia” che era già nel sottotitolo della Nascita della clinica, e che compariva già nella prefazione della Storia della follia.
Con “archeologia” vorrei designare non esattamente una disciplina ma un campo di ricerca, che sarebbe il seguente.
In una società le conoscenze, le idee filosofiche, le opinioni di tutti i giorni, ma anche le istituzioni, le pratiche commerciali e poliziesche, i costumi, tutto rimanda sempre a un certo sapere implicito proprio di queste società. Questo sapere è profondamente diverso dalle conoscenze che si possono trovare nei libri scientifici, nelle teorie filosofiche, nelle giustificazioni religiose, ma è esso a rendere possibile in un dato momento la comparsa di una teoria, di un’opinione, di una pratica. Così, perché alla fine del XVII secolo venissero aperti in tutta Europa grandi centri di internamento, è servito un certo sapere della follia opposto alla non-follia, dell’ordine opposto al disordine; è questo sapere che ho voluto interrogare, come condizione di possibilità delle conoscenze, delle istituzioni e delle pratiche.
M. Foucault Antologia

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