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La dissuasione del demone di Socrate


 

 ... c'è dentro me non so che spirito divino e demoniaco; quello appunto di cui anche Melèto, scherzandoci sopra, scrisse nell'atto di accusa. Ed è come una voce che io ho in me fino da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che io sto per fare, e non mi persuade mai. È questa che mi vieta di occuparmi di cose dello Stato; e mi pare faccia ottimamente a vietarmelo. Voi lo sapete bene, o ateniesi: che se da un pezzo io mi fossi messo a occuparmi degli affari dello Stato, da un pezzo anche sarei morto e non avrei fatto nessuna cosa utile né a voi né a me. E voi non sdegnatevi quando parlo così: è la verità. Non c'è uomo che possa salvarsi quando si opponga sinceramente non dico a voi ma a una qualunque altra moltitudine, e cerchi di impedire che troppe volte nella città si commettano ingiustizie  e si trasgredisca la legge; e anzi è necessario che chi davvero combatte in difesa del giusto, se voglia scampare dalla morte anche per breve tempo, viva da privato e non eserciti pubblici uffici.

Apologia di Socrate, Platone, Laterza Editore 

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