Il potlac è assai più di un fenomeno giuridico: è uno di quei fenomeni che noi proponiamo di chiamare "totali". È religioso, mitologico e sciamanistico, perché i capi che vi si impegnano rappresentano, incarnano gli antenati e gli dei, di cui portano il nome, di cui danzano le danze, e dai cui spiriti sono posseduti. Ha carattere economico, ed è necessario misurare il valore, l'importanza, le ragioni e gli effetti di queste enormi transazioni, anche presentemente, quando le si calcola in valori europei. Il potlac è anche un fenomeno di morfologia sociale: riunione delle tribù, dei clan e delle famiglie, e anche quella delle nazioni, produce un'irrequietezza, una eccitazione considerevoli: si fraternizza e tuttavia si resta estranei, si comunica e ci si contrappone in un gigantesco commercio e in costante torneo. Passiamo sopra ai fenomeni estetici che sono estremamente numerosi. Anche dal punto di vista giuridico, infine, oltre a quanto si è già ricavato dalla forma di questi contratti, oltre a quanto si potrebbe chiamare l'oggetto umano del contratto, oltre allo statuto giuridico dei contraenti (clan, famiglie, ranghi, matrimoni) bisogna aggiungere che gli oggetti materiali dei contratti, le cose che vengono scambiate, possiedono, anch'esse, una virtù speciale, grazie alla quale non solo vengono date, ma, soprattutto, ricambiate.
(M. Mauss, Saggio sul dono)
Commenti