Alla filosofia greca sembra capitare ciò che capitare non deve ad una buona tragedia: un finale fiacco. Con Aristotele, l'Alessandro Magno della filosofia greca, sembra che termini la storia obbiettiva della filosofia in Grecia; ed agli stessi Stoici, virilmente forti, sembra che non riesca ciò che riuscì agli Spartani nei loro templi, d'incatenare cioè Atena ad Eracle, sì da impedirle la fuga. Epicurei, Stoici, Scettici vengono considerati come un'aggiunta non pertinente, senza rapporto alcuno con le sue grandiose premesse. La filosofia epicurea - si pensa - è un aggregato sincretistico di fisica democritea e morale cirenaica; lo stoicismo un'unione di speculazione naturalistica eraclitea, etica cinica e forse anche logica aristotelica; lo scetticismo, infine, il male necessario opponentesi a queste forme di dogmatismo. Si collegano dunque inconsapevolmente queste filosofie con quella alessandrina, considerandole non altro che un eclettismo unilaterale e tendenzioso. La filosofia alessandrina infine viene intesa come una forma di fanatismo e scompiglio ad oltranza, come una confusione, di cui tutto al più è da riconoscere un intento universalistico.
Ora, si enuncia certamente una molto triviale verità quando si afferma che il nascere, il fiorire e il perire sono il cerchio di ferro in cui è imprigionato tutto ciò che è umano, la parabola che questo deve percorrere. Così non sarebbe affatto strano che la filosofia greca, dopo aver raggiunto il più alto splendore in Aristotele, appassisse. Ma la morte degli eroi somiglia al tramonto del sole, non allo scoppiare d'una rana che s'è gonfiata. E poi il nascere, il fiorire e il perire sono rappresentazioni del tutto generiche, del tutto vaghe, nelle quali si può includere ogni cosa, ma con le quali nulla è dato comprendere. Lo stesso declino è preformato nella realtà vivente; la sua forma si potrebbe perciò cogliere in una specifica particolarità proprio come la forma della vita.
Infine, se gettiamo uno sguardo alla storia, possiamo forse dire che epicureismo, stoicismo e scetticismo sono fenomeni particolari? Non. sono essi i prototipi dello spirito romano? la forma in cui la Grecia migra verso Roma? Non sono essi così pieni di carattere, così vigorosi ed eterni che lo stesso mondo moderno ha dovuto conceder loro il diritto di piena cittadinanza spirituale?
Pongo in risalto ciò unicamente per richiamare alla memoria l'importanza storica di questi sistemi; ma qui non si tratta della loro importanza generale per la cultura, si tratta del loro nesso con la filosofia greca precedente.
Karl Marx Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro (1841)
Commenti