Le donne etrusche non soltanto godevano di maggior libertà delle romane nella vita privata, ma esercitavano nella società civile un ruolo preponderante, al quale le matrone della Roma antica non potevano aspirare, malgrado l'autorità ben meritata per le loro virtù. Ciò risulta in modo perspicuo dal personaggio Tanaquilla, quale Tito Livio lo descrisse non senza stupore, e nella parte assunta da questa donna straordinaria nell'elevazione del marito Tarquinio Prisco, a re di Roma.[...]
Non c'era alcunché di più solenne e nel medesimo tempo di più normale dell'arrivo di questa famigliola di ricchi emigranti, il futuro Tarquinio e la moglie Tanaquilla, quando su un carro [...] sul quale erano accatastati i loro mobili, giunsero un giorno in vista di Roma. Dopo aver viaggiato lungo quella che sarebbe stata la via Aurelia, dalla sommità del Gianicolo, i due coniugi scoprirono. distesa in un'ansa del Tevere, una Roma primitiva, con le sue capanne di contadini e di pastori raggruppate in villaggi sui sette colli. sarebbero stati proprio i Tarquinii a farne una vera città, la Città eterna.
Fu comunque là, durante una sosta fatta dai viaggiatori quasi per spiare il loro destino, che si produsse il leggendario prodigio: un'aquila, la regina dei cieli, che volava lentamente in tondo nel cielo, piombò all'improvviso sul capo di Tarquinio, gli strappò con gli artigli il berretto (pileo) e, dopo essersi liberata in larghi cerchi ed aver emesso striduli acuti, scesa a rimetterlo al posto giusto, sulla testa (apte) di colui che Giove in tal modo designava come destinato a regnare.
Tarquinio ne fu alquanto spaventato ma "Tanaquilla esperta come lo sono in generale gli Etruschi nell'interpretazione dei segni celesti" accolse con molta gioia l'accaduto, ne trasse un auspicio e lo rassicurò. "Abbracciò il marito inducendolo a concepire grandi e alte speranze per sé e per i suoi discendenti.
C. Di Giovanni, La donna etrusca Bella sensuale colta indipendente La condizione femminile in Etruria, Scipioni 2015.
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