Quanto a quelli che si dedicano agli studi ma solo per ricavarne una vuota e sterile erudizione - ormai pure Roma ne è piena - non c'è dubbio che anche loro, pur non concludendo nulla, si danno tanto da fare. Una volta questa smania di notizie inutili era un vizio tipico dei greci, che si fissavano di voler sapere il numero dei marinai di Ulisse, se fosse stata scritta prima l'Iliade o l'Odissea, se i due poemi appartenessero al medesimo autore, ed altre simili notiziole che se le tieni chiuse dentro di te non giovano a nulla ma se le vai raccontando in giro ti fanno sembrare pedante, non più colto. Ed ora anche i Romani sono stati contagiati da questo stupido vizio del nozionismo. [...] Ammettiamo pure che costoro le dicano in buona fede, facendosene garanti nei loro scritti, ma queste nozioni potranno mai servire a eleminare gli errori degli uomini, a frenarne le passioni, a renderli più forti, più giusti, più generosi? Fabiano, il mio maestro, si domandava se fosse meglio non studiare per niente piuttosto che impegolarsi in studi di questo genere.
Lucio Anneo Seneca Come vivere a lungo e La provvidenza
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