Partendo dal presupposto che un'opera,
letteraria o filosofica, non è mai "compiuta", "finita",
ma sempre soggetta a nuove interpretazioni, un ruolo fondamentale
nella letteratura di essa è attribuito da un lato all'insegnante,
dall'altro al lettore discente stesso. Infatti l'insegnante è sì il
meduim tra l'opera filosofica e il lettore-interprete, ma è anche
vero che ha il solo compito di "guidare" il lettore a una
personale interpretazione dell'opera, non influenzandolo con le sue
conoscenze pregresse ma aiutandolo a contestualizzare (conoscere il
contesto storico-culturlae-ideologico) l'opera in questione. Il vero
protagonista del circolo ermeneutico testo, interprete, tradizione
storica è il lettore stesso che è chiamato a rivestire più ruoli:
quello di chi deve comprendere (operazione di lettura-interpretazione
dei testi), di chi deve contestualizzare alla luce di quanto appreso
dal suo insegnante, di chi deve elaborare e valutare, di chi deve
applicare le cose apprese, di chi deve produrre scritti di filosofia,
di chi deve ragionare su quanto appreso ed elaborato con i compagni
di classe e con i professori. Nel "dialogare" con un'opera
filosofica il lettore-discente può seguire due linee di ricerca:
"comprendere" meglio il pensiero, lo stile, il modo di
ragionare del filosofo, "confrontarsi" con le sue idee, il
suo metodo, il suo stile. Qualunque sia il tipo di ricerca che il
lettore vorrà intraprendere uno dei problemi da considerare nella
lettura di un testo filosofico è la "distanza storica"
ovvero il fatto che spesso il contesto storico in cui è inserito il
testo è ignoto al discente, o perché non ancora studiato o perché
non o si ricorda; questo può crare dei fraintendimenti, perché ogni
mondo storico ha una pluralità di significati, di aspetti che vanno
dal linguaggio ai valori, al modo di discutere e di comunicare. Per
esempio, leggendo il termine "idea" in Platone, lo si
associa al nostro modo di intendere l'idea come rappresentazione
mentale e non come modello della realtà e lo stesso può valere per
il concetto di "essere" o "metafisica" o
"scienza". Compito dell'insegnante è allora quello di
accorciare questa distanza storica, fornendo una adeguata conoscenza
del contesto storico in cui si inserisce il testo filosofico in
questione (ad esempio il significato di "scienza" prima
della rivoluzione scientifica) e del relativo linguaggio.
Colonna, Pagano, Santoro, Filosofia
nella scuola secondaria
Commenti