Passa ai contenuti principali

VISUALIZZAZIONI BLOG

COME UN MECENATE CORROMPE IL CUORE DI UN GIOVANE POETA. BALZAC "LE ILLUSIONI PERDUTE"


Durante quella serata lo spirito della signora di Bargeton operò grandi distruzioni in ciò che lei chiamava i pregiudizi di Lucien. A sentirla, gli uomini di talento non avevano né fratelli, né sorelle, né padre, né madre; le grandi opere che erano destinati a edificare li votavano a un  apparente egoismo, costringendoli a sacrificare tutto alla loro grandezza. Se la famiglia soffriva in un primo tempo per le divoranti esazioni percepite da un cervello gigantesco, più tardi, partecipando al frutto della vittoria, riceveva centuplicato il prezzo dei sacrifici d’ogni genere richiesti dalle prime battaglie d’una regalità contrastata. Il genio non dipendeva che da se stesso; era l’unico giudice dei propri mezzi, giacché lui solo conosceva il fine: doveva dunque mettersi al di sopra delle leggi, dal moment o che era chiamato a rifarle; e inoltre, chi s’impadronisce del proprio secolo può tutto prendere, tutto rischiare, giacché tutto è suo. Ella citava gli inizi della vita di Bernard de Palissy, Luigi XI, Fox, Napoleone, Cristoforo Colombo, Cesare, di tutti gli illustri giocatori dapprincipio carichi di debiti, o poverissimi, incompresi, ritenuti pazzi, pessimi figli, pessimi padri, pessimi fratelli, più tardi divenuti l’orgoglio della famiglia, della patria, del mondo. Tali ragionamenti si trovavano nei vizi segreti di Lucien e facevano progredire la corruzione del suo cuore; giacché nell’ardore dei suoi desideri, egli ammetteva i mezzi a priori. Ma non riuscire è un delitto di lesa maestà sociale. Un vinto non ha forse assassinato tutte le virtù borghesi su cui posa la società, la quale scaccia con orrore Mario, seduto davanti alle proprie rovine? Lucien, che non sapeva di trovarsi tra l’infamia dei penitenziari e le palme del genio, aleggiava sul Sinai dei profeti, senza vedere in basso il Mar Morto, l’orribile sudario di Gomorra.
Balzac Le illusioni perdute

Commenti

Post popolari in questo blog

I SIMBOLI SESSUALI NEI SOGNI INDIVIDUATI DA FREUD

Benché lo studio dei simboli del sogno non sia affatto completo, siamo in grado di esporre con certezza delle affermazioni generali e delle informazioni particolari sull'argomento. Ci sono simboli che hanno un significato unico quasi universalmente: così l'imperatore o l'imperatrice (il re o la regina), rappresentano i genitori, le stanze rappresentano le donne e le loro entrate e uscite gli orifizi del corpo. La maggior parte dei simboli del sogno serve a rappresentare persone, parti del corpo e attività di interesse erotico; in particolare i genitali sono rappresentati da numerosi simboli spesso sorprendenti, e la più grande varietà di oggetti serve ad indicarli simbolicamente. Armi appuntite, oggetti lunghi e rigidi, come tronchi e bastoni, rappresentano l'organo genitale maschile; mentre armadi, scatole, carrozze e forni rappresentano l'utero. In tali casi il tertium comparationis, l'elemento comune in queste sostituzioni, è immediatamente comprensibil...

Kandinskij: VERSO L'ALTO

Kandinskij: VERSO L'ALTO Collezione Peggy Guggenheim, Venezia. Anche durante gli anni del Bauhaus (1921-33), quando la natura non figurativa e geometrica dei suoi dipinti era portata agli estremi, Kandinskij lasciava che rimanesse riconoscibile la sorgente narrativa del suo astrattismo. Verso l'alto è un classico esempio di questo tipo. In questo dipinto a olio su cartone le superfici geometriche dai densi colori spenti sono semplici e hanno contorni decisi, ma sono chiaramente basate sul busto umano. Kandinskij fu fortemente influenzato da Paul Klee e in effetti verso l'alto potrebbe essere confusa con un'opera dello stesso Klee. Questi aveva abitato vicino a Kandinskij nel 1908 e ventanni dopo i due si ritrovarono ancora vicini al Bauhaus a Dessau. Kandinskij Galleria d'arte. I maestri della pittura dal Rinascimento ai grandi protagonisti dell'arte moderna. Volume 27.

CANTO DEL GALLO DEL POSITIVISMO

Storia di un errore 1. Il modo vero, attingibile dal saggio, dal pio, dal virtuoso, - egli vive in esso, lui stesso è questo mondo. (La forma più antica dell’idea, relativamente intelligente, semplice, persuasiva. Trascrizione della tesi “Io, Platone, sono , la verità”). 2. Il mondo vero, per il momento inattingibile, ma promesso al saggio, al pio, al virtuoso (“al peccatore che fa penitenza”). (Progresso dell’idea: essa diventa più sottile, più capziosa, più inafferrabile – diventa donna, si cristallizza..). 3. Il mondo vero, inattingibile, indimostrabile, impromettibile, ma già in quanto pensato una consolazione, un obbligo, un imperativo. (In fondo l’antico sole, ma attraverso nebbia e scetticismo; l’idea sublimata,pallida, nordica, königsbergica). 4. Il mondo vero – inattingibile? Comunque non raggiunto. E in quanto non raggiunto, anche sconosciuto. Di conseguenza neppure consolante, salvifico, vincolante: a che ci potrebbe vincolare qualcosa di sconosciuto?... (Grigio mattino. Pri...