Nell’educazione dei bambini in età prescolare le relazioni interpersonali e l’ambiente svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo.
L’atteggiamento che l’adulto deve tenere nei confronti dei bambini appena nati è di disponibilità e di apertura alla comunicazione. Il neonato comunica con l’adulto fin dai primi giorni attraverso dei messaggi che indicano le sensazioni di benessere o malessere del bambino. L’educazione del fanciullo inizia fin dai primi giorni perché il neonato assorbe la cultura attraverso le relazioni con gli altri e le esperienze che ha nell’ambiente in cui vive. Il bambino elabora nei primi tre anni di vita delle strutture fondamentali come i ritmi del sonno e della veglia, l’atteggiamento verso il cibo, la capacità di movimento e la sicurezza nelle relazioni con gli altri. Attraverso le cure che l’adulto presta al fanciullo quest’ultimo comincia a prendere coscienza del proprio corpo ecco perché la carenza di cure adeguate provoca un ritardo nello sviluppo. Nei primi anni del bambino l’educazione si caratterizza come un’educazione al fare perché in età prescolare i bambini imparano facendo ed entrando in relazione con gli altri e con l’ambiente. Perciò se il fanciullo vive in un ambiente carente di stimoli e ha delle relazioni interpersonali insoddisfacenti gli effetti di questa situazione si ripercuotono sia nella sfera intellettiva che in quella emotiva.
Secondo Maria Montessori in ogni essere umano c’è un embrione spirituale che durante la crescita assume delle forme personali. Ogni bambino dai zero ai tre anni ha una grande capacità di assimilare, cioè di imparare dalle esperienze per questo motivo l’ambiente in cui vive è molto importante. Secondo Maria Montessori la mente del fanciullo è una mente assorbente in quanto riesce inconsapevolmente ad assimilare una grande quantità di dati e di rappresentazioni sensibili.
Per Ovide Decroly l’educazione dei bambini in età prescolare si deve basare su una attività spontanea da svolgere in un ambiente sereno e a contatto con la natura. Egli sostiene che i fanciulli dai zero ai tre anni imparano attraverso l’imitazione ed il gioco e quindi è fondamentale favorire queste attività.
Elena Ambrosini
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