Ogni Rivoluzione è l’opera d’un principio accettato come argomento di fede. Invochi esso la Nazionalità, la Libertà, l’Eguaglianza, la Religione, essa si compie pur sempre in nome d’un Principio, cioè d’una grande verità che, riconosciuta, approvata dalla maggioranza degli abitanti di un paese, costituisce credenza comune e affaccia un nuovo fine alle moltitudini quando il Potere non lo rappresenta o lo nega. Una Rivoluzione, violenta o pacifica, racchiude una negazione e una affermazione: negazione di un’ ordine di cose esistente, affermazione d’un nuovo ordine da sostituirsi. Una Rivoluzione dichiara che lo Stato è guasto, che il suo meccanismo non è più in relazione coi bisogni del massimo numero dei cittadini, che le sue istituzioni sono impotenti a dirigere il moto generale, che il pensiero sociale, popolare, ha oltrepassato il principio vitale di quelli istituzioni, che il nuovo grado di sviluppo delle facoltà nazionali non trova espressione e rappresenta nella costituzione ufficiale del paese, e che gli è forza crearsela. La Rivoluzione la crea.
Giuseppe Mazzini Interessi e principi
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