All’inizio del pensiero occidentale è pensato l’«essere», ma non l’«Esso dà» in quanto tale. Quest’ultimo si sottrae a favore del dono che Esso dà, e questo dono sarà in seguito pensato e definito concettualmente come l’essere con riferimento esclusivo all’ente.
Il dare che, dando soltanto il suo dono, trattiene e sottrae se stesso, noi lo chiamiamo il destinare. Dovendo pensare il dare non in questo senso, allora l’essere che si dà è il «destinato». In questa forma è destinato ciascuno dei suoi mutamenti. Ciò che è storico della storia dell’essere si determina a partire da un destinare che ha il carattere di destino e non da un presunto e imprecisato accadere inteso come una successione di accadimenti.
Storia dell’essere significa destino dell’essere nelle cui destinazioni, tanto il destinare quanto Chi destina, col loro annunciarsi, nel contempo si astengono. Astenersi si dice in greco εποχή. Da qui deriva l’espressione «Epoche del destino dell’essere». In tale espressione , «epoca» non indica un periodo di tempo nell’accadere inteso come un succedersi di accadimenti, bensì il tratto fondamentale che caratterizza il destinare come un astenersi che trattiene di volta in volta se stesso a favore della percepibilità del dono, cioè dell’essere – l’essere considerato dal punto di vista del sondare l’ente nel suo fondamento. Le epoche del destino dell’essere non si succedono secondo un ordine casuale, benché non sia nemmeno possibile stabilirlo come necessario mediante un calcolo. Nondimeno nell’insieme delle destinazioni si annuncia ciò che conviene, ossia ciò che è opportuno alle diverse epoche nel loro coappartenersi. Ogni epoca si succede ad un’altra ricoprendola, cosicché l’iniziale destinazione dell’essere come presenza è in vario modo sempre più coperta.
M. Heidegger Tempo e essere
Commenti