DINO BUZZATI: IL DESERTO DEI TARTARI

Il buio lo raggiunse ancora in cammino. La valle si era stretta e la Fortezza era scomparsa dietro le montagne incombenti. Non c’erano lumi, neppure voci di uccelli notturni, solo di tanto in tanto arrivava suono di acque lontane.

Provò a chiamare ma gli echi gli respinsero la voce con timbro nemico. Legò il cavallo a un moncone di un albero sul ciglio della via, dove avrebbe potuto trovare dell’erba. Qui si sedette, la schiena sulla scarpata, aspettò che venisse il sonno e intanto pensava alla strada che rimaneva, alla gente che avrebbe trovato alla Fortezza, alla vita futura, senza riconoscere alcun motivo di gioia. Il cavallo batteva a intervalli le unghie sul terreno in modo antipatico e strano.

Dino Buzzati Il deserto dei Tartari

Commenti

Post popolari in questo blog

CANTO DEL GALLO DEL POSITIVISMO

MICHEL FOUCAULT, LE PAROLE E LE COSE

I SIMBOLI SESSUALI NEI SOGNI INDIVIDUATI DA FREUD