Passa ai contenuti principali

VISUALIZZAZIONI BLOG

S. Freud parla del piccolo Hans

nuvole copy


Il primo caso che esaminiamo è quello della zoofobia isterica infantile, il caso – certamente tipico in tutti i tratti fondamentali – della fobia dei cavalli del «piccolo Hans». Già al primo sguardo è possibile capire che le condizioni di un caso reale di malattia nevrotica sono molto più complicate di quanto possiamo aspettarci finché lavoriamo con astrazioni. Comporta un certo lavoro orientarsi su quale sia l'impulso rimosso, quale sia il suo sostituto sintomatico, dove sia individuabile il motivo della rimozione.
Il piccolo Hans si rifiuta di andare per la strada perché ha paura dei cavalli. Questa è la materia prima. Quale è in questo caso il sintomo? Lo sviluppo dell'angoscia, la scelta dell'oggetto dell'angoscia, la rinuncia alla libera morbilità, o più d'una di queste cose allo stesso tempo? Dove è il soddisfacimento che il piccolo si nega? Perché deve negarselo?
A prima vista sembrerebbe che il caso non sia così enigmatico. L'incomprensibile paura dei cavalli è il sintomo, l'incapacità di andare per la strada è un fenomeno di inibizione, una limitazione che l'Io si impone per non destare il sintomo di angoscia. Ammettiamo senz'altro l'esattezza della spiegazione dell'ultimo punto, e lasciamo fuori quindi dalla seguente discussione tale inibizione. Tuttavia una prima conoscenza superficiale del caso non ci permette di conoscere neppure la vera espressione del presunto sintomo. Come apprendiamo da un esame più preciso non si tratta affatto di una indeterminata paura dei cavalli, ma di una determinata aspettativa angosciosa: che il cavallo lo morda. Questo contenuto tuttavia cerca di sottrarsi alla coscienza e di sostituirsi con la fobia indeterminata nella quale sono ancora presenti solo la paura e il suo oggetto. È dunque forse questo contenuto il nucleo del sintomo?
Non procediamo oltre finché non prendiamo in considerazione l'intera situazione psichica del bambino così come ci si è rivelata nel corso del lavoro analitico. Egli si trova nella posizione edipica gelosa e ostile nei confronti del padre che ancora ama sinceramente, fin tanto che la madre non sia presa in considerazione come causa del loro conflitto. Si tratta dunque di un conflitto di ambivalenza, un amore ben fondato e un odio non meno giustificato, entrambi diretti nei confronti della stessa persona. La sua fobia deve essere un tentativo di risolvere questo conflitto. Tali conflitti di ambivalenza sono molto frequenti , e conosciamo un altro loro esito tipico. In questo uno dei due impulsi che lottano tra loro, di regola quello affettuoso, si rafforza enormemente, l'altro scompare. Solo l'eccesso e l'aspetto coattivo dell'affettuosità ci rivelano che questo atteggiamento non è l'unico presente, che esso sta continuamente in guardia per tenere represso il suo opposto, e ci permettono di costruire uno svolgimento dei fatti che descriviamo come rimozione attraverso una formazione reattiva (nell'Io). Casi come quello del piccolo Hans non mostrano nulla di tali formazioni reattive. Vi sono evidentemente diverse vie che sfociano da un conflitto di ambivalenza.
S. Freud. L'Io e l'Es. Inibizione, sintomo e angoscia.

Commenti

Post popolari in questo blog

17 MARZO: SAN PATRIZIO

Tratto da  http://it.wikipedia.org «   May the road rise to meet you, may the wind be always at your back, may the sun shine warm upon your face, and the rains fall soft upon your fields and, until we meet again, may God hold you in the palm of His hand.   » ( IT ) «  Sia la strada al tuo fianco, il vento sempre alle tue spalle, che il sole splenda caldo sul tuo viso, e la pioggia cada dolce nei campi attorno e, finché non ci incontreremo di nuovo, Iddio ti protegga nel palmo della sua mano   » ( San Patrizio,  Benedizione del viaggiatore irlandese ) San Patrizio San Patrizio - Statua del Patrono d'Irlanda a  Tara . Vescovo e missionario Nascita 385 Morte 17 marzo   461 Venerato da Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa Ricorrenza 17 marzo Attributi bastone pastorale, trifoglio Patrono  di Irlanda ,  Nigeria ,  Montserrat ,  New York ,  Boston  e degli  ingegneri [1] . Patrizio d'Irlanda , nato con il nome di  Maewyin Succat , scelse successivam

I SIMBOLI SESSUALI NEI SOGNI INDIVIDUATI DA FREUD

Benché lo studio dei simboli del sogno non sia affatto completo, siamo in grado di esporre con certezza delle affermazioni generali e delle informazioni particolari sull'argomento. Ci sono simboli che hanno un significato unico quasi universalmente: così l'imperatore o l'imperatrice (il re o la regina), rappresentano i genitori, le stanze rappresentano le donne e le loro entrate e uscite gli orifizi del corpo. La maggior parte dei simboli del sogno serve a rappresentare persone, parti del corpo e attività di interesse erotico; in particolare i genitali sono rappresentati da numerosi simboli spesso sorprendenti, e la più grande varietà di oggetti serve ad indicarli simbolicamente. Armi appuntite, oggetti lunghi e rigidi, come tronchi e bastoni, rappresentano l'organo genitale maschile; mentre armadi, scatole, carrozze e forni rappresentano l'utero. In tali casi il tertium comparationis, l'elemento comune in queste sostituzioni, è immediatamente comprensibil

CANTO DEL GALLO DEL POSITIVISMO

Storia di un errore 1. Il modo vero, attingibile dal saggio, dal pio, dal virtuoso, - egli vive in esso, lui stesso è questo mondo. (La forma più antica dell’idea, relativamente intelligente, semplice, persuasiva. Trascrizione della tesi “Io, Platone, sono , la verità”). 2. Il mondo vero, per il momento inattingibile, ma promesso al saggio, al pio, al virtuoso (“al peccatore che fa penitenza”). (Progresso dell’idea: essa diventa più sottile, più capziosa, più inafferrabile – diventa donna, si cristallizza..). 3. Il mondo vero, inattingibile, indimostrabile, impromettibile, ma già in quanto pensato una consolazione, un obbligo, un imperativo. (In fondo l’antico sole, ma attraverso nebbia e scetticismo; l’idea sublimata,pallida, nordica, königsbergica). 4. Il mondo vero – inattingibile? Comunque non raggiunto. E in quanto non raggiunto, anche sconosciuto. Di conseguenza neppure consolante, salvifico, vincolante: a che ci potrebbe vincolare qualcosa di sconosciuto?... (Grigio mattino. Pri