Sin dalla fine del XIX secolo le scienze umane sono apparse come prese in una doppia costrizione, un doppio postulato simultaneo, quello dell'ermeneutica, o dell'interpretazione, o dell'esegesi: bisogna capire il senso che si nasconde; e l'altro: bisogna formalizzare, trovare il sistema, l'invariante strutturale, la rete delle simultaneità. Ora, queste due interrogazioni sembravano contrapporsi in modo privilegiato nelle scienze umane, al punto che si ha l'impressione che bisogna che siano questo o quello, interpretazione o formalizzazione. Quello che ho intrapreso è esattamente la ricerca archeologica di ciò che aveva reso possibile questa ambiguità, ho voluto ritrovare il bandolo della matassa.
Allora ho dovuto rispondere ad una doppia interrogazione che riguarda l'âge classique:
- quella della teoria dei segni;
- quella dell'ordine empirico, della costituzione degli ordini empirici.
Infatti mi è sembrato che l'âge classique, che in genere consideriamo l'epoca della meccanizzazione radicale della natura, della matematizzazione del vivente, in realtà era tutt'altro, che esisteva un campo molto importante, che comprendeva la grammatica generale, la storia naturale e le analisi delle ricchezze; e che questo campo empirico si basasse sul progetto di mettere in ordine le cose, e questo non grazie alla matematica, alla geometria, ma grazie a un sistema di segni, una specie di tassonomia generale e sistematica delle cose.
M. Foucault Antologia
Commenti