Benché la rinascita della «metafisica» sia un vanto del nostro tempo, il problema dell’essere è oggi caduto nella dimenticanza. Si crede infatti di potersi sottrarre alle fatiche di una rinnovata “lotta di giganti intorno all’essere”. Eppure non si tratta di un problema qualsiasi. Esso non ha dato tregua al pensiero di Platone e di Aristotele, anche se ha senz’altro taciuto dopo di loro come problema tematico di una vera ricerca. Quanto essi acquisirono si è mantenuto fino alla Logica di Hegel, attraverso una serie di modifiche e di ritocchi. Ciò che quell’estremo sforzo del pensiero riuscì allora a strappare ai fenomeni, sia pure in modo frammentario e come primo passo, si è da tempo trivializzato.Non solo ma sul terreno degli spunti greci per giungere all’interpretazione dell’essere si è costituito un dogma che, oltre a dichiarare superfluo il problema del senso dell’essere, ne legittima la omissione. Si dice il concetto di «essere» è il più generale e vuoto di tutti, e resiste perciò a qualsiasi tentativo di definirlo. D’altra parte, in quanto generalissimo, e come tale indefinibile, non ha neppure bisogno di essere definito.
M. Heidegger Essere e tempo
M. Heidegger Essere e tempo
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