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MORIN


Nessun dispositivo celebrale permette di distinguere l’allucinazione dalla percezione, il sogno dalla veglia, l’immaginario dal reale, il soggettivo dal’oggettivo.
Per l’essere umano l’importanza dell’illusione e dell’immaginario è inaudita. Le vie di entrata e di uscita del sistema neuro-celebrale, che mettono in connessione l’organismo con il mondo esterno, rappresentano solo il 2 per cento dell’insieme, mentre per il 98 per cento concernono il funzionamento interno: perciò si è costituito un mondo psichico relativamente indipendente, nel quale fermentano bisogni, sogni, desideri, idee immagini, fantasmi, e questo mondo impregna di sé la nostra visione o concezione del mondo esterno.
Esiste inoltre in ogni mente la possibilità di mentire a se stessi (self-deception), ciò che è fonte permanente di errori e illusioni. L’egocentrismo, il bisogno di autogiustificazione, la tendenza a proiettare sugli altri le cause del male fanno sì che ognuno menta a se stesso senza individuare la menzogna della quale è pur tuttavia l’autore.
Anche la nostra memoria è soggetta a numerosissime fonti di errori. Una memoria non rigenerata dal richiamo tende a degradarsi, ma ogni richiamo può abbellirla o imbruttirla. La nostra mente, inconsciamente, tende a selezionare i ricordi vantaggiosi e a rimuovere, se non a cancellare, quelli sfavorevoli; e nei ricordi di ciascuno può attribuirsi un ricordo lusinghiero. La mente tende a deformare i ricordi attraverso proiezioni o confusioni inconsce. Ci sono talvolta falsi ricordi di eventi che siamo persuasi di aver vissuto, così come ricordi di eventi rimossi che siamo persuasi di non aver mai vissuto. In tal modo la memoria, fonte insostituibile di verità, può essere soggetta a errori e illusioni.
E. Morin I sette saperi

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