
Com’è bello essere innamorati, e com’è interessante sapere di esserlo! Ecco la differenza. Io potrei impazzire al pensiero che per la seconda volta ella mi è sfuggita, e tuttavia in un certo senso un tal pensiero mi rallegra. L’immagine che serbo di lei oscilla vagamente tra la sua figura vera e quella ideale. E io lascio che questa immagine mi si mostri, sicché il suo fascino consiste appunto nella possibilità che essa ha di essere la realtà stessa oppure dalla realtà cagionata. Io non provo nessuna impazienza, considerato che ella deve abitare qui in città, e per il momento ciò mi basta. Questa possibilità è condizione perché la sua immagine, quella vera, possa mostrarsi: ogni cosa va goduta a suo tempo. E non dovrei rimanere tranquillo, io che posso considerarmi nella grazia degli dei, visto che mi toccò in sorte la rara felicità di innamorarmi di nuovo? Questo è già qualcosa, quale nessuna arte e nessuno studio possono procacciare; è insomma un dono. Ma se m’è stato concesso di poter di nuovo nutrire un amore, vorrò dunque vedere fino a qual punto una tale fiamma si lascerà alimentare. Io nutro questo amore come mai nutrii il primo. Siamo tanto poveri di occasioni favorevoli che quando una si mostra conviene in realtà approfittarne, visto che purtroppo non c’è nessuna arte nel sedurre una fanciulla, ma è solo fortuna trovarne una degna di essere sedotta.
S. Kierkegaard Diario di un seduttore
S. Kierkegaard Diario di un seduttore
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