In questo esatto senso, io penso: che molte versioni del mondo diverse sono indipendentemente interessanti e importanti, senza che si debba richiedere o presumere la loro riducibilità ad un’unica base. Il pluralista, ben lontano dall’essere contro la scienza, accetta le scienze nel loro pieno valore. Il suo tipico avversario è il materialista o fisicalista che pretende ad un monopolio, col sostenere che un sistema, quello fisico, è preminente e onnicomprensivo, per cui ogni altro sistema deve in ultima istanza essere ridotto ad esso oppure respinto in quanto falso o privo di significato. Se tutte le versioni corrette potessero essere in qualche modo ridotte ad una ed una sola, quest’una potrebbe essere considerata, con qualche parvenza di plausibilità, la sola ed unica verità intorno al mondo. Ma l’evidenza a favore di una tale riducibilità è trascurabile, dal momento che la fisica stessa è frammentaria e instabile, e il tipo e le conseguenze della riduzione che si immagina sono troppo vaghi. […] Che il pluralista accetti versioni diverse dalla fisica non costituisce una rinuncia al rigore, quanto un riconoscimento del fatto che modelli diversi da quelli applicati nella scienza, ma non per questo meno rigorosi, sono appropriati per valutare quel che viene veicolato in versioni percettive, pittoriche o letterarie.
N. Goodman Vedere e costruire il mondo
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