Credo che la filosofia dell’arte, oltre all’Essere delle cose, ne studierà anche lo Spirito con un’attenzione particolare. Sarà allora creata l’atmosfera che permetterà all’umanità di percepire questo spirito delle cose, di gustarlo inconsciamente, così come percepisce oggi la loro apparenza esteriore – e questo spiega il gusto del pubblico per la pittura figurativa. È attraverso questa via che diverrà evidente alla totalità degli uomini la presenza dello spirituale nel materiale, poi la presenza dello spirituale nell’astratto. E da questa nuova facoltà , che è una testimonianza dello spirito, nascerà la gioia dell’arte astratta pura. Il mio libro Lo spirituale dell’arte e anche Il Cavaliere Azzurro avevano come scopo principale di svegliare questa capacità di vivere lo spirituale nel materiale come nelle cose astratte. Il desiderio di far scaturire negli uomini, che ancora non la possiedono, questa felice facoltà è stato il fine ultimo delle due pubblicazioni menzionate….
Il dovere di sviluppare questa facoltà di vivere lo spirituale nel materiale è forse ancora oggi prematuro e si porrà agli artisti come prossima tappa, la più importante, la più necessaria nello sviluppo futuro dell’arte. Per gli spiriti saldi che hanno già forti radici non c’è e non ci sarà più nulla di pericoloso nell’arte, neppure il tanto temuto lavoro dell’intelligenza e della ragione....
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