
Certo la filosofia – questa scena dell’idealità entro cui si svolgono le avventure del pensiero della nostra cultura – è un affare serio. Eppure essa nasce nell’eco di una risata: il primo filosofo, Talete, con lo sguardo rivolto al cielo stellato, cade nella profondità di un pozzo facendo risuonare gli scoppi di risa di una serva tracia che sottolineano la comicità di un vedere che si accompagna al rifiuto di guardare. Con tale scena inaugurale di ordinaria disavventura, il ridere entra nel teatro filosofico dalla porta di sevizio, rappresentando un ospite poco gradito e un intruso sconveniente, da tenere a bada o ricacciare nelle basse cucine del palazzo. Quasi che il riso di una giovane serva sia un abisso più profondo di quello di un pozzo. E poche saranno, infatti, le risa nella filosofia all’interno della tradizione, e ancor meno per motivi filosofici. Almeno fino alla modernità, quando Nietzsche saprà far risalire, dal pozzo del riso, la verità tutta nuda e inzaccherata dagli scoppi di ilarità che vi si nascondono.
Rossella Prezzo Ridere la verità
Rossella Prezzo Ridere la verità
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