Passa ai contenuti principali

VISUALIZZAZIONI BLOG

BETTELHEIM: IL MONDO INCANTATO



Se speriamo di vivere non semplicemente di momento in momento ma realmente coscienti della nostra esistenza, la necessità più forte e l'impresa più difficile per noi consistono nel trovare il significato alla nostra vita. È risaputo come molti abbiano perso la volontà di vivere, e abbiamo smesso di provarci, perché questo significato è sfuggito loro. La comprensione del significato della propria vita non viene improvvisamente acquisita a una particolare età, neppure quando la persona ha raggiunto la maturità cronologica. Al contrario, è l'acquisizione di una sicura comprensione di quello che può o dovrebbe essere il significato della propria vita a costituire il raggiungimento della maturità psicologica. E questo conseguimento è il risultato finale di un lungo processo di sviluppo: ad ogni età noi cerchiamo, e dobbiamo essere in grado di trovare una pur modica quantità di significato conforme al modo in cui le nostre menti e il nostro intelletto si sono già sviluppati.


Contrariamente al mito antico, la saggezza non salta fuori perfettamente sviluppata come Atena dalla testa di Zeus; essa viene edificata, a poco a poco, dagli inizi più irrazionali. Soltanto nell'età adulta è possibile ricavare dalle nostre esperienze in questo modo un'intelligente comprensione del significato della nostra esistenza nel mondo stesso. Sfortunatamente, troppi genitori pretendono che la mente dei loro bambini funzioni come la propria: come se la comprensione matura di noi stessi e del mondo, e le nostre idee del significato della vita, non dovessero svilupparsi lentamente come il corpo e l'intelletto.


Oggi, come in passato, il compito più importante e anche il più difficile che si pone a chi alleva un bambino è quello di aiutarlo a trovare un significato della vita. Per arrivare a questo sono necessarie molte esperienze di crescita. Il bambino, man mano che cresce, deve imparare gradualmente a capirsi sempre meglio; in questo modo diventa maggiormente capace di comprendere altre persone, e alla fine può entrare in rapporto con loro in modi che sono per entrambe le parti soddisfacenti e significativi.


Per trovare il significato più profondo, bisogna diventar capaci di trascendere gli angusti confini di un'esistenza egocentrica e credere di poter dare un importante contributo alla vita, se non subito almeno in un futuro più o meno lontano. Questa sensazione è necessaria perché una persona possa essere soddisfatta di sé e di quanto sta facendo. Per non essere alla mercé dei capricci della vita, bisogna sviluppare le proprie risorse interiori, in modo che le proprie emozioni, la propria immaginazione e il proprio intelletto si sostengano e si arricchiscano scambievolmente. I nostri sentimenti positivi ci danno la forza di sviluppare la nostra razionalità; soltanto la speranza nel futuro può sostenerci nelle avversità che inevitabilmente incontriamo.


B. Bettelheim Il mondo incantato

Commenti

Post popolari in questo blog

NIETZSCHE: "ECCE HOMO"

Indipendentemente dal fatto che sono un décadent sono anche il suo contrario. Prova ne è, tra l'altro che contro le condizioni spiacevoli ho sempre scelto, istintivamente, gli strumenti adatti: mentre il decadént in sé sceglie sempre gli strumenti che lo danneggiano. Come summa summarum ero sano; ma nel dettaglio nella peculiarità ero décadent . Quell'energia per conquistare un assoluto isolamento e distacco dalle condizioni abituali, la violenza con la quale mi sono imposto di non lasciarmi più curare, servire, coccolare dai medici – tutto questo tradisce l'assoluta sicurezza dell'istinto per quanto riguarda ciò, di cui allora, avevo soprattutto bisogno. Mi presi in mano, mi guarii io stesso: la condizione per questo – ogni fisiologo lo ammetterà – è che si sia fondamentalmente sani. Un essere fondamentalmente morboso non può guarire,   tanto meno guarirsi; per uno tipicamente sano, al contrario la malattia può essere addirittura un energico sti...

Josè Saramago: "L'ira dei miti" da "L'uomo duplicato

La denuncia che abbiamo appena fatto dell’assenza della lacrima nella teoria della medicina umorale non significa che i miti, per natura più sensibili, e dunque più propensi a tale manifestazione liquida dei sentimenti, girino tutto il santo giorno con il fazzoletto in mano soffiandosi il naso e asciugandosi ogni minuto gli occhi pesti per il pianto. Significa, piuttosto, che una persona, uomo o donna che sia, potrà benissimo macerarsi nel proprio intimo per effetto della solitudine, dell’abbandono, della timidezza, di quello che i dizionari descrivono come uno stato affettivo scatenato nei rapporti sociali e con manifestazioni volitive, posturali e neurovegetative e, nonostante ciò, a volte addirittura per via di una semplice parola, per un nonnulla, per un gesto ben intenzionato ma di eccessiva protezione, come quello che è sfuggito poco fa al professore di Matematica, ecco che all’improvviso il pacifico, il docile, il sottomesso scompaiono dalla scena e al loro posto, sconcertante e...

G. Pestalozzi: Leonardo e Gertrude

All'infuori dell'insegnamento dei suoni e delle semplici parole che ne derivano, Gertrude non pronunciava nessuna parola dinanzi ai figli con la pura ed unilaterale intenzione di insegnar a parlare, ancor meno con l'intenzione di far acquistare loro delle cognizioni, insegnando loro a parlare; e non si preoccupava affatto di insegnare loro il nome degli oggetti, che essi già conoscevano, come vera e propria materia di studio e di farglieli pervenire alle loro orecchie. Ella parlava con i figlioli sopra gli oggetti da loro conosciuti solo ed esclusivamente per contribuire a far loro conoscere, anche per mezzo del linguaggio, il fatto della vita, le impressioni prodotte dalle intuizioni e le conseguenze delle loro esperienze nei riguardi di questi oggetti secondo i loro rapporti con essi. [...] Ogni parola che essa pronunciava con il suo bambino era in intimo nesso con la verità della sua vita e del suo ambiente e sotto questo riguardo erano lo spirito e la vita stessi....