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GIORDANO BRUNO







Tu, Consultazion, mi farai intendere quando mi conviene sciôrre o rompere la mal impiegata occupazione; la qual degnamente prenderà la mira non ad oro e facultadi da volgari e sordidi ingegni; ma a que’ tesori che meno ascosi e dispersi dal tempo, son celebrati e colti nel campo dell’eternitade; a fin che non si dica di noi, come di quelli: meditantur sua stercora scarabei.
Tu, Pazienza, confirmami, affrenami e amministrami quel tuo Ocio eletto, a cui non è sorella la Desidia, ma quello che è fratello della Toleranza. Mi farai declinar dall’ inquietudine ed inclinare alla non curiosa Sollecitudine. Allora mi negherai il correre, quando il correr mi cale dove son precipitosi, infami e mortali intoppi. Allora non mi farai alzar l’ancora e sciôrre la poppa dal lido, quando avviene che mi commetta ad insuperabile turbolenza di tempestoso mare. Ed in questo mi donarai ocio di abboccarmi con la Consultazione, la quale mi farà guardar prima me stessa; secondo il negocio che ho da fare; terzo , a che fine e perché; quarto con quai circostanze; quinto, quando; sesto, dove; settimo, con cui. Amministremi quell’ocio con cui io possa far cose più belle, più buone e più eccellenti che quelle che lascio; perché in casa dell’Ocio siede il Conseglio, ed ivi della vita beata, meglior che in altra parte, si tratta.
G. Bruno Spaccio de la bestia trionfante.

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