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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

VISUALIZZAZIONI BLOG

H. G. Gadamer: "Ermeneutica"

Alla base di tutto il lavoro filosofico del concetto sta quindi una dimensione ermeneutica, che viene oggi designata con un termine un po' impreciso , "storia dei concetti". Non si tratta di una ricerca di carattere secondario, nella quale, anziché parlare delle cose, si parlerebbe dei mezzi che intervengono nell'intesa: essa costituisce invece un elemento critico nell'uso dei nostri stessi concetti. Il furor del profano, che esige definizioni arbitrarie e univoche, come anche la smania di univocità di una unilaterale teoria semantica della conoscenza, misconoscono sia la natura del linguaggio sia il fatto che il linguaggio  del concetto non può essere oggetto di escogitazione né può essere mutato, adoperato o messo da parte arbitrariamente: esso discende invece dall'elemento nel quale ci muoviamo con il pensiero. Ciò che incontriamo nella forma artificiale della  terminologia è soltanto la crosta indurita di questo flusso vivente di pensiero e linguaggio

Chomsky: Nuovi orizzonti nello studio del linguaggio e delle mente

Il fatto che il linguaggio abbia esercitato, nel corso del tempo, un fascino così forte non è sorprendente: la facoltà di linguaggio umana sembra infatti costituire un'autentica "proprietà delle specie", presenta una variazione minima fra gli esseri umani e non ha un vero corrispettivo in altre specie; forse il corrispettivo più vicino si ritrova negli insetti, a una distanza evolutiva di un miliardo di anni. Non ci sono ragioni serie per mettere in discussione l'idea cartesiana che la capacità di usare segni linguistici per esprimere pensieri liberamente formati rappresenti la vera differenza tra l'uomo e l'animale o la macchina, sia che per macchina si intendano gli automi che catturavano l'immaginazione degli uomini del XVII e XVIII secolo, sia che si intendano quelli che oggi stimolano il nostro pensiero e la nostra immaginazione. Chomsky Nuovi orizzonti nello studio del linguaggio e delle mente

SAN LAZZARO MONASTERO ARMENO

partenza vaporetto da Venezia San Marco approdo a San Lazzaro  fondatore del monastero targa per ricordare il genocidio degli armeni statuette egizie croce armena esterno del monastero  teste fenicie quadro del refettorio chiesa chiesa porticato del cortile cortile interno

GLI ACCORDI DI OSLO

In seguito agli accordi di  Oslo Peres, Arafat e Rabin hanno ricevuto il premio Nobel nel 1994. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Gli  Accordi di Oslo , ufficialmente chiamati  Dichiarazione dei Principi riguardanti progetti di auto-governo ad interim  o  Dichiarazione di Principi  ( DOP ), furono conclusi a Oslo (Norvegia) il 20 agosto 1993, e subito dopo ebbe luogo la cerimonia pubblica ufficiale di firma a Washington (USA) il 13 settembre 1993, con Yasser Arafat che siglò i documenti per conto dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e Shimon Peres che firmò per conto dello Stato d'Israele. Alla cerimonia parteciparono in veste di garanti Warren Christopher per gli Stati Uniti e Andrei Kozyrev per la Russia, alla presenza del Presidente statunitense Bill Clinton e del Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e, per tale funzione esecutiva, dello stesso Presidente dell'OLP Yasser Arafat. Yitzhak Rabin, Bill Clinton e Ya

J. L. Borges: Eraclito

  Il secondo crepuscolo. La notte che penetra nel sonno La purificazione e l’oblio. Il primo crepuscolo. La mattina ch’è stata l’alba. Il giorno che fu il mattino. Il folto giorno che sarà la sera consunta. Il secondo crepuscolo. Quest’altra usanza del tempo, la notte. La purificazione e l’oblio. Il primo crepuscolo… L’alba segreta e nell’alba Lo sgomento del greco. Che trama è questa Del sarà, dell’è, del fu? Che fiume questo Pel quale corre il Gange? Che fiume, la cui fonte è inconcepibile? Fiume, codesto, che porta Via con sé miti e spade? È inutile che dorma. Il fiume corre Nel sonno, nel deserto, in scantinati. Il fiume mi rapisce , io sono il fiume. Di labile materia fui costrutto, di misterioso tempo. È in me forse la fonte. Forse la mia ombra Nascono i giorni fatali e illusori.                                                     Jorge Luis Borges     da “Elogio dell’ombra”      Eraclito