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Visualizzazione dei post da giugno, 2011

VISUALIZZAZIONI BLOG

L'ESSERE E IL NULLA

Da ERMENEUTICA (BY TRUTZY) L’apparizione non è sostenuta da alcun esistente diverso da essa; ha il suo proprio essere. Il primo essere che si incontra nelle ricerche ontologiche è dunque l’essere dell’apparizione. È anch’esso un’apparizione? Sembra, a prima vista. Fenomeno è ciò che si manifesta, e l’essere si manifesta a tutti in qualche modo, giacché possiamo parlarne e ne abbiamo una certa nozione. Deve quindi esservi un fenomeno dell’essere, un’apparizione dell’essere, descrivibile come tale. L’essere sarà scoperto attraverso qualche via d’accesso immediato, la noia, la nausea ecc., e l’ontologia sarà la descrizione del fenomeno dell’essere quale si manifesta in se stesso , cioè senza intermediari. […] Se l’essere dei fenomeni non si risolve in un fenomeno d’essere e tuttavia non possiamo dire nulla sull’essere senza consultare il fenomeno d’essere, bisogna innanzitutto stabilire il rapporto che unisce il fenomeno d’essere all’essere del fenomeno. Lo potremo fare più agevol

PEDAGOGIA IMMAGINALE

I FAUVES

1905: Lusso, calma e voluttà, avviato da Matisse fin dall’anno precedente ed esposto al Salon des Indépendants, ha appena segnato, insieme ai dipinti dei compagni, tra poco chiamati “fauves” dal critico Luis Vauxcelles, la posizione del suo autore nel movimento che a lui fa capo. “Bestie feroci” è l’appellativo ironico per questi pittori quando pochi mesi dopo (18 ottobre – 25 novembre) espongono al Salon d’Automne di Parigi, urtando pubblico e critica con la violenza dei loro colori, con la deformazione e i tratti corsivi delle immagini, con l’indifferenza alla prospettiva tradizionale, nonché con una struttura del dipinto che non tiene più conto nemmeno dell’equilibrio degli impressionisti, né dei tratti decorativi o dello studio scientifico dei rapporti cromatici presenti nelle correnti postimpressioniste e simboliste; ma il termine “fauves” , come è stato di recente puntualizzato è probabilmente riferito anche alle reazioni dei critici. Il termina nasce, dunque dalla penna di Vau