Passa ai contenuti principali

VISUALIZZAZIONI BLOG

IDEALISMO TRASCENDENTALE


Chi vede in generale che l’io nasce solo in forza della sua propria attività, vedrà pure che, grazie a quell’atto volontario, interposto alla serie temporale, atto con cui nasce l’Io, non possa nascere altro se non ciò che per me nasce allo stesso modo originariamente e al di là da ogni tempo. Ora, per giunta, quel primitivo atto dell’autocoscienza continua sempre a durare, poiché l’intera serie delle mie rappresentazioni non è altro che evoluzione di quell’una sintesi. Da ciò dipende che io possa produrmi in ogni istante, allo stesso modo in cui mi sono prodotto originariamente. Io sono ciò che sono, unicamente in forza della mia attività (poiché sono assolutamente libero); ma, in forza di questa determinata attività, per me si produce sempre l’Io: dunque ne debbo conchiudere che esso anche originariamente si produca in forza di quell’attività istessa.
Trova qui il suo posto una considerazione generale, che si rannoda al già detto. Se la prima costruzione della filosofia è imitazione di un’altra originaria, saranno imitazioni consimili tutte le sue costruzioni. Finché l’Io è concepito nell’evoluzione originaria dell’assoluta sintesi, vi è solo una serie di atti, quelli primitivi e necessari; appena io interrompo questa evoluzione, e mi riporto volontariamente al punto iniziale di essa, spunta per me una nuova serie, in cui è libero ciò che nella prima era necessario. Quella è l’originale, questa è la copia o imitazione. Se nella seconda serie non vi è di più né di meno che nella prima, l’imitazione è perfetta, e nasce una filosofia vera e compiuta. Nel caso opposto ne nasce una falsa e incompiuta.
F. Schelling, Sistema dell’idealismo trascendentale

Commenti

Post popolari in questo blog

NIETZSCHE: "ECCE HOMO"

Indipendentemente dal fatto che sono un décadent sono anche il suo contrario. Prova ne è, tra l'altro che contro le condizioni spiacevoli ho sempre scelto, istintivamente, gli strumenti adatti: mentre il decadént in sé sceglie sempre gli strumenti che lo danneggiano. Come summa summarum ero sano; ma nel dettaglio nella peculiarità ero décadent . Quell'energia per conquistare un assoluto isolamento e distacco dalle condizioni abituali, la violenza con la quale mi sono imposto di non lasciarmi più curare, servire, coccolare dai medici – tutto questo tradisce l'assoluta sicurezza dell'istinto per quanto riguarda ciò, di cui allora, avevo soprattutto bisogno. Mi presi in mano, mi guarii io stesso: la condizione per questo – ogni fisiologo lo ammetterà – è che si sia fondamentalmente sani. Un essere fondamentalmente morboso non può guarire,   tanto meno guarirsi; per uno tipicamente sano, al contrario la malattia può essere addirittura un energico sti

I SIMBOLI SESSUALI NEI SOGNI INDIVIDUATI DA FREUD

Benché lo studio dei simboli del sogno non sia affatto completo, siamo in grado di esporre con certezza delle affermazioni generali e delle informazioni particolari sull'argomento. Ci sono simboli che hanno un significato unico quasi universalmente: così l'imperatore o l'imperatrice (il re o la regina), rappresentano i genitori, le stanze rappresentano le donne e le loro entrate e uscite gli orifizi del corpo. La maggior parte dei simboli del sogno serve a rappresentare persone, parti del corpo e attività di interesse erotico; in particolare i genitali sono rappresentati da numerosi simboli spesso sorprendenti, e la più grande varietà di oggetti serve ad indicarli simbolicamente. Armi appuntite, oggetti lunghi e rigidi, come tronchi e bastoni, rappresentano l'organo genitale maschile; mentre armadi, scatole, carrozze e forni rappresentano l'utero. In tali casi il tertium comparationis, l'elemento comune in queste sostituzioni, è immediatamente comprensibil

CANTO DEL GALLO DEL POSITIVISMO

Storia di un errore 1. Il modo vero, attingibile dal saggio, dal pio, dal virtuoso, - egli vive in esso, lui stesso è questo mondo. (La forma più antica dell’idea, relativamente intelligente, semplice, persuasiva. Trascrizione della tesi “Io, Platone, sono , la verità”). 2. Il mondo vero, per il momento inattingibile, ma promesso al saggio, al pio, al virtuoso (“al peccatore che fa penitenza”). (Progresso dell’idea: essa diventa più sottile, più capziosa, più inafferrabile – diventa donna, si cristallizza..). 3. Il mondo vero, inattingibile, indimostrabile, impromettibile, ma già in quanto pensato una consolazione, un obbligo, un imperativo. (In fondo l’antico sole, ma attraverso nebbia e scetticismo; l’idea sublimata,pallida, nordica, königsbergica). 4. Il mondo vero – inattingibile? Comunque non raggiunto. E in quanto non raggiunto, anche sconosciuto. Di conseguenza neppure consolante, salvifico, vincolante: a che ci potrebbe vincolare qualcosa di sconosciuto?... (Grigio mattino. Pri